Bravo, burro!

AUTORE: John Fante

EDIZIONI: Einaudi

TARGET: dagli 11 anni

Insolita, la genesi di questo libro…Negli anni ’60 l’autore – da tempo sceneggiatore e ormai anche noto scrittore – progettava un romanzo sull’asinello (burro in spagnolo) che aveva portato a Betlemme la vergine Maria; fu allora che un fatto, riferitogli dall’amico e collega Borchert, colpì la sua immaginazione: era la storia di un ragazzino messicano e del suo coraggioso burro. A questo punto un’idea abbandonata vent’anni prima – scrivere per Orson Welles, il famoso regista, una sceneggiatura centrata sull’amicizia tra un bambino e un toro – prende nuovamente vita,  e i due scrivono una trama per il cinema con un ragazzo, un asinello, corride, un salvataggio in montagna e la redenzione di un padre allo sbando (tema quest’ultimo molto ‘fantiano’).Il testo, intitolato “Black Mountain” dal nome del toro, viene depositato come sceneggiatura, ma cinque anni dopo Fante rielabora il tutto per farne un’opera per ragazzi, appunto “Bravo, burro!”                            

Il romanzo  è breve, ma per nulla povero, infatti riserva al lettore una trama ricca di fatti  e un racconto pieno di emozioni: sa avvincere, fino a tenerti in ansia, ma anche farti sorridere e  commuovere.  Qui l’amicizia tra un ometto di dieci anni e un asinello coraggioso permette di avere la meglio, senza colpo ferire, su un temibile toro da combattimento,Montaña Negra, e persino di fare in modo che un uomo, fallito come torero e soprattutto come padre, ritrovi se stesso. E’questi Juan Cabriz, la figura che mette in moto l’aspetto drammatico della storia: il suo conflitto interiore, tra il cedere agli istinti più bassi, la fuga da se stesso e dalla realtà e i rimorsi di padre snaturato, percorre tutto il libro e ne fa un cammino  verso un appassionato riscatto, la riconquista della dignità nella consapevolezza del proprio posto nel mondo.

Se il padre è il motore della storia, il suo piccolo Manuel con l’inseparabile burro detto “El Valiente”– quasi un alter ego del bambino – è il protagonista sempre in scena; sullo sfondo il paesaggio messicano, in primo piano la vita tra le casupole degli operai e contadini della grande hacienda presso cui lavora, peraltro malamente, anche papà Juan. Manuel ha perso presto la mamma ed è cresciuto con un padre che da quella perdita non si è ripreso, anzi, si sempre più lasciato andare. Si direbbe che i ruoli si siano invertiti: è Manuel a prendersi cura del papà, a non fargli mai mancare il rispetto e l’affetto, a sapersi sacrificare per lui e per lui a pregare tutti i giorni. Facilmente i nostri giovani lettori si potranno affezionare a questo loro coetaneo, tanto sono attraenti le sue doti: simpatia, forza d’animo, coraggio, bontà, fede sincera e solida.

La lettura procede agilmente tra dialoghi vivaci, descrizioni a volte minuziose ma mai noiose, azioni e colpi di scena, proprio come in una riuscita sceneggiatura; lo stile a prima vista non ricalca quello delle opere più famose di Fante, la prosa tiene conto dei destinatari, che sono ragazzi, cioè è semplice, ma rivela pur sempre la grande maestria dell’autore.  Riconosciamo invece in modo evidente la sua mano in alcuni temi, ricchi di echi autobiografici: il rapporto padre-figlio, la dipendenza dall’alcol, la redenzione, ricorrenti in tutta la sua produzione letteraria.

“Bravo, burro!” è il libro più breve di John Fante, è anche il meno noto, da alcuni liquidato un po’ sbrigativamente come ‘solo’ un’opera per ragazzi. In realtà è un piccolo gioiello, che ci piace consigliare ai nostri alunni per farli innamorare della lettura (magari come ‘libro per l’estate’, visto il momento in cui scriviamo), ma anche a chiunque non abbia ancora avuto la fortuna e il piacere di incontrare John Fante: se avrà gustato questo primo approccio, desidererà conoscerlo meglio attraverso tante altre pagine, già osannate dalla critica. Di certo non resterà deluso.


A cura di:           

LAURA BELLAVITE è nata a Milano nel 1955. Qui laureata alla Cattolica, poi insegnante di lettere nella secondaria di I grado – per quindici anni nell’hinterland milanese, a Quarto Oggiaro, poi in zona Fiera-Sempione – attualmente , da ‘pensionata’, continua l’impegno in ambito educativo/didattico come volontaria presso la onlus PORTOFRANCO, centro di aiuto allo studio rivolto a studenti delle superiori. Collabora altresì con un doposcuola parrocchiale e nella gestione della Biblioteca nell’istituto statale in cui ha insegnato fino al 2017.

                          

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