NUOVO PEI BLOG

Ospitiamo sul nostro sito l'intervento del Professor Giovanni Maffullo, insegnante specializzato e consigliere di orientamento, docente a contratto, tutor e conduttore di laboratori, presso TFA corso di specializzazione per il sostegno, dell’Università degli studi di Milano Bicocca

All’interno delle linee guida allegate al D.I. del 29 dic 2020 non si parla altro che di personalizzazione e allora perché non rinominare il PEI in PEP (Piano Educativo Personalizzato) Si vuole mantenere la denominazione di PEI? E allora, perchè non recuperare il concetto di individualizzazione all’interno delle suindicate linee guida?

 

Come si farà a compilare il PEI provvisorio se non c’è il profilo di funzionamento? Si parla, in base al modello ICF, di domini ma, i docenti curricolari sanno di cosa si tratta? I numerosi neo docenti di sostegno, precari, conoscono il concetto di ICF e il paradigma biopsicosociale sotteso? Gli insegnanti specializzati (IS), docenti di ruolo per il sostegno , sono mai stati formati? Perché, se il GLO fa una richiesta di supporto da garantire attraverso i sostegni (IS e AEC), poi questa richiesta può essere valutata dall’esterno e se considerata incongrua, il GLO dovrà rispondere di danno erariale?
La scuola dovrà ancora operare concertando il tutto, solo con la famiglia, ai sensi della nota MIUR 4798 del 27 luglio 2005?
Tenuto conto che le norme sottolineato che il PEI si ascrive nella cornice più ampia del Progetto Individuale (PI) ovvero nell’ottica di un progetto a più ampio respiro, perché non rendere obbligatorio lo stilare il P.I. prima di compilare il PEI? Si darebbe la possibilità di attuare una continuità educativa scuola-territorio.
La scuola sarà lasciata ancora da sola a gestire i processi di inclusione?
L’osservazione è un compito che viene affidato a tutti i docenti della classe. Se l’osservazione è di vitale importanza per programmare e pianificare gli interventi, all’interno del nuovo PEI, quali strumenti di osservazione, anche in chiave ICF, vengono forniti ai docenti? Non essendo stati forniti strumenti ai docenti come potranno condurre una osservazione degna di essere definita tale? Altresì perché non vengono forniti al personale docente strumenti di progettazione idonei e congruenti con le esigenze dettate dall’aver introdotto il neo modello di PEI in chiave ICF?
Emerge con tutta la sua forza l’annosa esigenza della formazione iniziale e in itinere del personale docente che, reiteratamente, viene dimenticata.

Facendo riferimento ai Piani educativi Individualizzati Differenziati (PEID), il problema dell’esonero e della riduzione dell’orario è un falso problema in quanto va analizzato caso per caso. Precisando che la “Scuola è aperta a tutti” e quindi la scuola non può unilateralmente ridurre l’orario di frequenza di un alunno disabile, considero tale esigenza ben superabile allorquando vi è una sinergica e intenzionale collaborazione fra coloro che lavorano sul front-office dell’inclusione: genitori e docenti. Se le due agenzie educative concordano, previa alleanza e fiducia reciproca, cosa e come fare per soddisfare le esigenze di crescita esistenziale dello studente disabile, ecco che sarà possibile ritagliare un vestito su misura (Progettazione al servizio di una formazione integrale della persona) anche riducendo l’orario e/o adottando un esonero: l’importante è fare dell’altro che abbia un senso compiuto (es. perseguire obiettivi di autonomia personale e sociale).
L’eventuale voto, a cui le varie componenti potrebbero ricorrere in sede di GLO, a mio avviso dovrebbe essere evitato. Se si pongono le basi, grazie all’ascolto, di un’interazione funzionale, allora conferendo mandato all’insegnante specializzato di espletare la funzione di mediatore al servizio della realizzazione dei vari step previsti dal PEI , allora si potrà concertare una serie di interventi didattico-educativi inclusivi (nelle linee guida si vorrà valorizzare la figura dell’IS in termini di figura di sistema?)
Si prescrive che il GLO si deve riunire tre volte nel corso di ogni anno scolastico.
Se oggi i vari specialistici partecipano ai GLO solo nei momenti di passaggio da una scuola ad un’altra (1 sola volta l’anno), come si può affermare che tale gruppo di lavoro interistituzionale si dovrà convocare con tutte le sue componenti per ben tre volte l’anno?
Da ultimo va evidenziato che sia la componente emotiva sia le intelligenze, con le sue variegate sfaccettature, non vengono contemplate né nel profilo di funzionamento nè nel neo modello di PEI. Al contempo, che dire del fatto che non viene contemplato neppure l’orientamento esistenziale?... ma allora, di quale progetto individualizzato e personalizzato parliamo?
Si avrà il coraggio di dare inizio a una nuova fase atta a sostenere efficacemente il processo inclusivo scolastico e sociale valorizzando in primis il personale docente?
Ho più di una perplessità. 


Giovanni Maffullo

 

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