tavola rotonda

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Si è svolta a Saronno il 14 dicembre 2019, la Tavola Rotonda dal titolo:” Una vocazione alla fratellanza”, promossa da Diesse Lombardia, Unitre, con il Centro islamico di Saronno e la Comunità pastorale saronnese del Crocifisso risorto e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, sullo storico “Trattato sulla fratellanza umana” firmato da Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb del 4 febbraio 2019.


Il 2019 segna gli 800 anni da quel 1219, in cui, in piena crociata, in Egitto, San Francesco decise di oltrepassare la frontiera del campo crociato e incontrare il capo della fazione avversa, armato solo del suo saio e della sua fede, spinto dal desiderio di un Bene comune. È il celebre incontro tra San Francesco e il Sultano. Un incontro che, dopo otto secoli, non smette di interrogarci. 800 anni dopo si cerca ancora la pace: il Documento suggellato da Papa e dal grande Imam invita ad adottare la cultura del dialogo interreligioso come via, la collaborazione comune come condotta e la conoscenza reciproca come metodo e criterio. Due persone autenticamente religiose si sono incontrate, oggi come allora, firmando un trattato che ci lascia una eredità importante, perché le parole scritte su quel documento prendano forma e diventino esperienza.


Il parterre degli ospiti presenti alla Tavola rotonda è già un fatto importante: persone diverse, con confessioni diverse che insieme collaborano, a partire da una amicizia per approfondire l’invito di Papa Francesco del Grande Imam, offrendo a tutti la propria esperienza.
Proprio da qui si è partiti coinvolgendo i relatori su due domande fondamentali: Come la parola dialogo può diventare esperienza e quali sono le caratteristiche di un dialogo autentico?

Frate Francesco Ielpo, Commissario della Custodia di Terra Santa per il Nord Italia, indica come elementi fondamentali per un autentico dialogo la stima reciproca (che ha portato il Papa e il Grande Imam a produrre come frutto prezioso il Trattato), e il desiderio di un Bene e di una salvezza che sia per tutti. Racconta come queste parole siano testimonianza viva nelle scuole cattoliche in Medio Oriente, aperte sia a cattolici che a musulmani e nelle quali, diventa esperienza quanto affermato nel Trattato sulla fratellanza: per dialogare bisogna conoscersi. In queste scuole i bambini crescono insieme e questo diventa occasione di conoscenza reciproca, senza rinnegare o censurare la propria identità perché ciascuno è chiamato ad approfondire la propria fede. O come ad Aleppo dove il vescovo e l’Imam, a partire dalla loro amicizia hanno iniziato a prendersi cura dei bambini che nessuno vuole riconoscere perché figli nati da violenze o perché figli di jihadisti: la loro amicizia tesa a un Bene comune ha fatto nascere un dialogo che è diventato nel tempo testimonianza per tutti coloro che in quel contesto vivono con la paura.

Fondamentale, per Mahmoud Asfa, Presidente del Consiglio direttivo della casa della cultura musulmana di Milano, la conoscenza: attraverso la conoscenza dell’altro si possono far cadere i pregiudizi e questo è un aspetto fondamentale citato anche nel Trattato sulla Fratellanza.
Se c’è conoscenza dell’altro è possibile il rispetto reciproco e la ricerca degli aspetti che ci accomunano. Ha testimoniato come l’aver visto nella sua adolescenza quotidianamente in Giordania l’Imam e il Parroco essere amici, l’ha spinto al suo arrivo in Italia a desiderare e cercare la stessa cosa: e la scoperta che l’ha entusiasmato è che nel tempo la conoscenza ha fatto crescere la fratellanza e anche l’arricchimento della sua persona.

Riccardo Redaelli, professore ordinario Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha affermato la necessità di un dialogo anche sugli aspetti che ci possono dividere e ha insistito sull’importanza della fratellanza, ben diversa dalla tolleranza: il dialogo è basato sul rispetto e sulla conoscenza. In un momento di grande confusione sia nell’Islam che in Europa, il grande pericolo è la perdita di identità: l’invito che ha fatto è che il dialogo sia messo in pratica negli spazi pubblici, perché oggi soprattutto in Europa stiamo assistendo ad una pericolosa riduzione del concetto di libertà: occorre dare la libertà alle persone di credere e praticare e la propria fede.

Said Abouabid, responsabile del Dipartimento pubbliche relazioni del Centro culturale islamico di Saronno ha sottolineato l’importanza del concetto di fratellanza: occorre vedere nell’altro un fratello non un nemico, e il dialogo diventa autentico se si pensa all’altro come a sé stessi. Il dialogo va curato come un seme e Papa Francesco e il Grande Imam ci hanno insegnato che bisogna camminare insieme. Said Abouabid ha portato la sua esperienza nelle scuole che gli ha insegnato che il confronto tra confessioni rafforza la fede di ciascuno e il rapporto con l’altro inizia a produrre frutti.

L’invito che ci lasciano Papa Francesco e il Grande Imam e che l’esperienza portata dai relatori conferma è di risvegliare il senso religioso nelle nuove generazioni perché ci si può incontrare autenticamente solo guardando fino in fondo alla propria umanità e al proprio desiderio.
Se ci si guarda così allora l’amicizia diventa possibile e si comincia a guardare l’altro come un bene per sé: solo così può crescere la fratellanza, dentro la libertà di ciascuno e tutelandone e rispettandone la religiosità.

E proprio dall’amicizia che è nata questa Tavola rotonda che è terminata con l’augurio per tutti “ad aprire le porte fuori e dentro di noi”.

 

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