L'ARMINUTA

Italia 2021

Regia: Giuseppe Bonito

Drammatico, 100'

Con Carlotta De Leonardis, Elena Lietti, Fabrizio Ferracane, Sofia Fiore, Vanessa Scalera

 

Passato nel concorso alla Festa del Cinema di Roma, L’Arminuta di Giuseppe Bonito  (che torna a raccontare la famiglia dopo aver “ereditato” un paio di anni fa la regia di Figli da Mattia Torre), è tratto dal bel romanzo di Donatella Di Pietrantonio (vincitore del Premio Campiello del 2017), che firma la sceneggiatura insieme alla veterana Monica Zapelli  (I cento passi).

Il film racconta una storia che sembra uscita da un passato remoto e invece ci parla di un’Italia di solo cinquanta anni fa: una ragazzina di tredici anni (Sofia Fiore) viene restituita – da qui il suo soprannome “arminuta”, la ritornata – alla povera famiglia d’origine sulle montagne abruzzesi dai parenti ricchi che l’avevano fino ad allora cresciuta in città come se fosse loro.

La bambina, che giunge con il suo “corredo” di vestiti da signorina perbene decisamente fuori luogo nella semplicità dell’ambiente contadino, deve adattarsi a un mondo diversissimo dal suo, per molti versi ancora arcaico, sia nelle abitudini che nei rapporti famigliari, fatto di silenzi, durezza e a volte violenza, ma non privo di sentimenti profondi. L’Arminuta (questo il nome con cui la conosceremo in tutto il film), con i suoi bei vestiti cittadini, le sue buone maniere, la disponibilità di denaro e i successi scolastici, sembra non c’entrare nulla con i contadini di cui tuttavia è figlia, e pensa solo come ritornare all’ambiente a cui sente di appartenere e da cui è stata scacciata con motivazioni evidentemente posticce.

A farle da alleata, fin da subito, con un istinto primitivo e senza mezzi termini, è la sorellina Adriana, cui in cambio lei regalerà la prima gita al mare, il gelato e una prospettiva più grande, che tra i vicoli del paese e i muri di casa sembra essere preclusa.

Su tutto questo aleggia il mistero di una madre “adottiva” amata (Elena Lietti) che all’improvviso e senza motivo si sottrae (pur continuando ad esistere attraverso doni e denaro largamente elargiti) e una nuova (Vanessa Scalera) con cui il rapporto è faticoso e contraddittorio.

La regia di Bonito è piana, quasi antica, valorizza i primi piani e gli sguardi che spesso si sostituiscono al linguaggio verbale, che la famiglia d’origine dell’Arminuta sembra fatichi a padroneggiare. Dentro le trame di rapporti complicati, che sembrano parlare di un mondo che non c’è più e che pure era l’Italia fino a ieri, il racconto privilegia la comprensione al giudizio e rilancia la possibilità di felicità che sappia guardare ai doni del presente e alle promesse del futuro.

Laura Cotta Ramosino

www.sentieridelcinema.it

 

A cura di:

LAURA COTTA RAMOSINO (Varese 1974), è un'autrice ed editor, con esperienze nella produzione di numerose fiction TV della Rai. Attualmente lavora per la società di produzione Cattleya.

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