COSTELLAZIONE KURT

Autore: Alessandro Grittini

Editore: Itaca 2020 - € 10,00

Pagine: 128

Target: da 12 anni

È uno dei venti romanzi per ragazzi selezionati per il Premio Bancarellino 2023.

 

“Costellazione Kurt” è il romanzo d’esordio di Alessandro Grittini, docente di Lettere nella Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto dei Padri Somaschi di Corbetta, nonché autore di testi scolastici di storia, titolare di un blog di ricerca e analisi di fatti del passato, formatore in corsi di didattica della storia.

La professione d’insegnante e la passione per la conoscenza del tempo passato gli hanno permesso di creare un romanzo storico per ragazzi di vero pregio, sia per la precisa ambientazione storica che per lo stile narrativo efficace.

DOVE, QUANDO E CHI

La storia è ambientata in tre luoghi molto vicini tra di loro: un paesino alpino di fondovalle, una malga visibile a mezzacosta e una baita posta in cima al monte. Siamo nell’agosto del 1944 e l’intera Italia settentrionale è devastata dall’occupazione nazifascista, mentre le formazioni partigiane lottano per la liberazione del Paese.

La narrazione è focalizzata su Pietro, un ragazzino di undici anni che vive col nonno Lino nel paesino di San Giovanni. Possiedono una piccola stalla con quattro mucche e nei mesi estivi si trasferiscono nella malga sul pendio sovrastante il paese. Nell’alpeggio, a tenere vicini gli animali al pascolo, dà il suo prezioso contributo il cane GliK, un bastardino, divenuto inseparabile compagno di giochi e di avventure del bambino.

Un altro protagonista è Kurt, un soldato tedesco catturato dai partigiani e affidato in custodia all’anziano contadino, che può facilmente tenerlo segregato nella sua baita lontano da occhi indiscreti.

L’INTRECCIO

Il romanzo ha un tempo di svolgimento brevissimo, una dozzina di giorni narrati in quindici capitoli. Durante questo periodo accadono in sequenza dei fatti che ben rappresentano la realtà della guerra nell'Italia settentrionale: la dominazione violenta dell’esercito di Hitler, un attacco dei partigiani, grazie al quale viene fatto prigioniero un soldato tedesco, la rappresaglia nazista che nella piazza del paese porta alla fucilazione di alcuni civili e ne avvia alla deportazione altri, il ritorno dei partigiani che intendono fare giustizia tramite pubblica fucilazione del prigioniero tedesco.

In seguito - giunti agli ultimi tre capitoli – l’autore sposta la narrazione di  cinquant’anni e racconta la  festa per l’inaugurazione del monumento a ricordo delle vittime civili del ’44.  Qualche giorno dopo, attraverso l’incastro delle ultime “tessere” mancanti nel “puzzle”, si conclude definitivamente l’intera vicenda che ha legato per dodici giorni Pietro, nonno Lino e Kurt.

LE TEMATICHE

Un primo argomento è quello del crescere, del diventare grandi. Nel romanzo esso emerge attraverso le vicissitudini che coinvolgono il piccolo protagonista, il quale, dalla soglia dei suoi undici anni, si sta inoltrando nell’età della preadolescenza. Pietro si affaccia alla realtà con grande curiosità, conosce più da vicino il mondo degli adulti, ne è attratto e, nello stesso tempo, ne coglie aspetti che ai suoi occhi appaiono enigmatici o, in alcuni casi, contraddittori. Più di tutti, ovviamente, la guerra con le sue numerose e incomprensibili sfaccettature.

Nell’indagare il mondo attorno a lui e nel cercare di mettere a fuoco i sentimenti che prova nelle varie situazioni, il ragazzo non è da solo, ma (felice scelta dell’autore!) ha sempre accanto a sé il nonno Lino.  Tra i due vi è un dialogo costante, che permette a Pietro di esternare ciò che prova o che lo turba e, dalle parole del nonno, di ricevere chiavi di lettura adeguate per farsi un primo giudizio sulle cose. [Era tutto molto bello lì (all’alpeggio). Il nonno gli voleva bene, lo lasciava giocare, gli spiegava molte cose interessanti della vita della montagna, delle piante e degli animali, cercava di non fargli mancare niente.]

È molto significativo questo aspetto del rapporto tra le due generazioni più distanti, un legame naturale e misterioso tra chi “entra” nella vita e chi si appresta a “lasciarla”; è, a tutti gli effetti, un passaggio di consegne su ciò che è necessario per l’esistenza umana, è il comunicarsi della tradizione. È, quest’ultimo, un fattore spesso sottovalutato ma imprescindibile per la crescita dei giovani e per il progresso dell’umanità.

Un secondo tema è la guerra. Nel romanzo è narrata quella dell’estate del ’44 nell’Italia settentrionale, ma, nella sua radice ultima, è identica a qualunque altro conflitto. Grittini, infatti, non si limita a documentare ciò che accade in quei luoghi e in quel tempo, ma, attraverso i dialoghi tra Pietro e Lino, propone un percorso per andare al fondo della questione, per scoprire la scaturigine di ciò che rende l’uomo nemico dell’uomo. [Pietro si chiedeva che cosa fosse veramente la guerra e che cosa volesse dire morire. … Non riusciva a pensare a come fosse il dolore delle persone che avevano perso i loro cari o la propria casa. … Perché gli uomini fanno la guerra?]. [Nonno Lino: In guerra anche gli uomini più buoni diventano spesso cattivi. … La guerra fa venir fuori il peggio che c’è negli uomini. …  È la guerra, Pietro. E in guerra non c’è più una giustizia].

Nello svolgersi della trama è presente – sottesa - una domanda radicale: è possibile rimanere umani, buoni, anche nella guerra? Come arrestare il male e far crescere il bene? Nel mio piccolo, io posso fare qualcosa? Sono quesiti brucianti che non lasciano scampo e, proprio per questo, vanno proposti anche ai giovani lettori, affinché non si accontentino di risposte meccaniche e superficiali. 

 Un’ultima tematica è il valore della storia. Con “Costellazione Kurt” Grittini riesce ad avvicinare i ragazzi a una realtà del passato, lontana ormai quasi ottant’anni, e contribuisce a tenere viva la memoria di fatti e persone che ci hanno preceduto e, come in questo caso, che hanno lottato anche per la nostra libertà. Nella struttura del romanzo, inoltre, c’è un aspetto molto interessante che aiuta a comprendere il valore della storia. Dopo i primi quindici capitoli, ambientati nell’agosto del ’44, si passa improvvisamente a cinquant’anni dopo, con alcuni dei protagonisti ormai invecchiati, che si ritrovano e insieme dialogano su quegli anni lontani. Questo salto permette al lettore di cogliere una traiettoria, un compimento (se così si può dire) di azioni attuate anni prima, come nel caso di Pietro undicenne che interviene coraggiosamente in una situazione drammatica. Solo dopo cinque decenni si vede la portata di quel suo agire e ciò che al momento sembrava una mossa disperata e inadeguata, si rivelerà invece un’azione generativa di salvezza.

Dentro una prospettiva storica, le azioni dell’uomo sono colte nella loro interezza, assumono un valore - soprattutto nella costruzione del bene - che permane nel tempo.

 

ALTRE NOTE SPARSE

Il libro è arricchito da una postfazione dell’autore, nella quale si possono cogliere i riferimenti storici che l’hanno ispirato, una sottolineatura in merito all’insegnamento della storia e il messaggio fondamentale che intendeva trasmettere ai lettori.

Lo stile narrativo è adeguato ai ragazzi, presenta parole di uso comune, descrizioni precise e particolareggiate, periodi per la maggior parte brevi ma mai banali, dialoghi chiari e immediati.

E poi - fatto di non poco conto - è un testo breve suddiviso in diciotto agili capitoli, caratteristica che va senza dubbio incontro alla sempre meno diffusa propensione alla lettura da parte delle giovani generazioni.  

 


A cura di:           

Sergio Fanni. Laureato all’Università degli Studi di Milano, ha insegnato Lettere nella secondaria di I grado di Santo Stefano Ticino (MI) dal 1983 al 2005 e, successivamente, nell’Istituto “San Girolamo Emiliani” dei P.P. Somaschi di Corbetta (MI). Dal settembre 2020 è felicemente in pensione e prosegue il suo impegno educativo/didattico come volontario presso l’istituto di Corbetta.

 

 

 

 

 

 

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