IL MONDO DI MARRACASH

 

Un lungo (preparatevi) e circostanziato affondo sull’album IO, NOI, GLI ALTRI del quarantaduenne rapper milanese

Perché parlare di un album di cui praticamente stanno parlando già tutti? La cosa ha senso, dal momento che il mio tentativo, in queste specie di articoli-schede, è proprio quello di provare a dare un metodo, una chiave di lettura della musica del passato (generi, gruppi, album particolarmente rappresentativi di un artista o di un’epoca), ma anche, forse soprattutto, del presente.

Una questione di metodo

Sempre parlando di metodo (e facendo una specie di – non richiesto – punto di fine anno), se si vuole ascoltare un album (o una canzone singola) cogliendone bene anche il significato a me risulta molto utile leggerne il testo, mentre si ascolta ed anche fermandosi e riprendendolo dopo. Quando poi si tratta di Rap, la velocità del verso e l’uso di termini gergali rende il lavoro di approfondimento sulle liriche imprescindibile, ammesso che se ne vogliano capire il senso e l’efficacia.

Fortunatamente nell’era di internet esistono strumenti molto utili per fare questo; fra tutti quello che io uso più spesso è https://genius.com, che raccoglie i testi di album e canzoni da tutto il mondo ricercabili con pochi click. Quello sopra è il link alla homepage del sito (non spaventatevi, è in inglese, ma se cercate – search – nella finestrella in alto a sinistra per artista o per canzone, i risultati sono nella lingua dell’artista. Invece A QUESTO LINK trovate direttamente l’album di cui sto per occuparmi, i testi e i vari contributi ad esso riferiti. Sì, perché oltre ai brani messi nella sequenza in cui appaiono sull’album, ai testi delle canzoni e alla presentazione del lavoro, su Genius trovate anche una serie di contenuti, di riferimenti ad articoli ed interviste estremamente utili ad andare un po’ più a fondo della ricerca. Talvolta questi contenuti sono allestiti e preparati dall’artista stesso o dal suo staff.

Da Persona a Noi, loro, gli altri: un passo avanti

Bene, allora finalmente parliamo di quest’album, aiutandoci anche con Genius. Dopo l’uscita del 2019, Persona, con questo lavoro Marracash (all’anagrafe Fabio Bartolo Rizzo, rapper 42enne e punto di riferimento per tutta la scena) fa un passo avanti. Sicuramente lavora ancora di introspezione, ma apre il suo obiettivo ed estende il campo d’azione. Lo si capisce già dal titolo: Noi, loro, gli altri. Cominciamo col dire che l’album presenta tre foto di copertina, una di Fabio con famiglia, fidanzata – peraltro la storia con Elodie è finita a foto già scattata e album in stampa, paradosso totale - e amici (NOI); la seconda con lo staff della Universal (la sua casa discografica) al momento della firma del rinnovo del contratto (LORO); la terza con il rapper che guarda l’obiettivo in mezzo ad una massa di persone girate dall’altra parte (GLI ALTRI). Interessante come lui stesso presenta questa idea, in una intervista ad RTL riportata per l’appunto da Genius: “Il punto è che io sono in tutte e tre le copertine. Sono nel Noi, quindi da una certa parte, però sono anche nel Loro, perché sono anch'io nell'establishment, e sono anch'io negli Altri. Questi concetti alla fine sono mutevoli, siamo tutti persone. Noi, loro e gli altri è una divisione solo nella nostra testa.” E allora apro Spotify, affianco sullo schermo le finestre del file su cui scrivo e di Genius, metto le cuffie e parto per il viaggio.

Inizia il viaggio

LORO è il primo pezzo e su un groove convinto i versi di Marra scivolano, attaccando tutta una serie di aspetti della contemporaneità. Questo brano – come si dice – funge da INTRO, e normalmente Marracash è solito scrivere e produrre l’intro come ultimo pezzo per avere riferimenti a fatti più contemporanei possibili all’uscita dell’album. Per esempio in questo brano la serie coreana Squid Game ed altri fatti citati sono estremamente recenti. Non riuscirò a dire tutto quello che accade – come si sa il rap è essenzialmente parola – fatevi aiutare da Genius ed ascoltate il brano qualche volta per cogliere più riferimenti possibili. È un lavoro, lo so, ma per entrare in questo mondo bisogna farlo.

PAGLIACCIO parte proprio da un campionamento dell'opera lirica I Pagliacci di Leoncavallo ed è – visto il titolo! - un attacco ad una persona che si comporta in maniera ridicola, con assoluta mancanza di serietà, dignità e coerenza. Naturalmente Marra aveva in mente una persona precisa, cercatevi da soli a chi potrebbe essere riferito il dissing, non è difficile intuirlo. Un fiume di parole, concatenate a meraviglia: è questo che affascina del verso di Marracash, e questo gli è riconosciuto da tutti. È uno dei rapper che scrive meglio in assoluto, il groove lento fa partire il verso ad un ritmo moderato, ma lascia presagire che ci saranno un paio di cambi di flow, di accelerazioni, e regolarmente questo avviene. Come sopra: non si può ascoltare una volta sola ed è necessario appoggiarsi e ricercare per capire tutti i riferimenti alla contemporaneità, incastrati alla grande nei versi.

LOVE, il terzo pezzo vede la partecipazione di Gue Pequeño ed è una sorta di conferma dei rapporti e degli amici di una vita. Quattro accordi ed un ritornello cantato espongono il concetto: “Gioielli e fama, Vuitton e Prada/ Non contan nada se tu non sei con me/ Qualcuno in meno, qualcuno in cielo/ Ho il cuore pieno, non voglio nuovi friends”.

Il viaggio si fa impegnativo e richiede attenzione

Man mano che procedo mi accorgo che sarebbe davvero lungo dettagliare tutto, ed allora vado un po’ più veloce: IO, ritmo medio e ritornello cantato, è una critica profonda al mondo attuale che alimenta la menzogna; CRAZY LOVE è dedicata ad Elodie, con la quale – come abbiamo già ricordato – nel frattempo la storia è finita (fra parentesi in questo brano c’è uno dei featuring non accreditati, quello di Mahmood che canta alcuni vocalizzi insieme alla stessa Elodie); segue poi COSPLAYER, groove pesante e sabbioso per attaccare ferocemente chi vive per la sua maschera e le esagerazioni della cultura attuale, un verso su tutti, molto riuscito: “Chi cerca esposizione, bravo, hai vinto il premio Ignobel” (ospite presente non dichiarato: Salmo).

Due parole in più vanno spese per DUBBI, la canzone - a detta dello stesso autore - a cui è più legato, sicuramente il testo in cui si fa più domande. Due accordi di un pianoforte filtrato introducono un’atmosfera da vero e proprio storytelling, punteggiata qua e la da una sorta di ‘voce della coscienza’, di grillo parlante che pone le domande. Per esempio al bel verso “non temo la morte ma ho paura di non vivere” la coscienza ribatte e rilancia: “(Di non vivere? Come i tuoi? Pensi questo?)(Di stare vivendo adesso che hai successo?)”, e il flow riparte con altri interrogativi, battute d’arresto, punti fermi e nuove incertezze. Un bel testo su cui lavorare ascoltandolo.

Altri temi, altri ospiti

La traccia 8 vede la presenza, stavolta dichiarata, di Calcutta. Si potrebbe ragionare molto sui featuring (per i boomer come me: ospitate di altri artisti nei propri brani), a volte scritti insieme all’ospite, a volte solamente spalleggiamenti discografici, ma mi voglio fermare qui. LAUREA AD HONOREM è il titolo di questo brano, scritto per una figura femminile, presumibilmente Elodie, alle prese con una vita non facile e con la voglia di riscatto.

Mi accorgo che c’è tantissimo ancora da dire e rischio di allungarmi troppo, cerco di andare veloce. La traccia 9, NOI, è dedicata alla vita della strada ed in particolare ad un amico, chiamato ora Nico, ora Samu e non identificabile, visto che faceva un lavoro non proprio rispettabile… necessari qui i riferimenti di Genius, lo slang non sempre è comprensibile, un plauso per la dolce voce di Joan Thiele nei ritornelli. Due skit – componimenti brevi, potremmo dire – sono presenti alle tracce 10 e 13, alla 11 invece GLI ALTRI (Giorni stupidi), un brano costruito sul campionamento di un altro rapper italiano (approfondite voi, su Genius c’è tutto).

Gran finale

Le ultime quattro parole vanno spese per i due pezzi che concludono l’album, NEMESI e CLIFFHANGER, potremmo tradurre riassumendo: vendetta del Marracash estroverso su quello introspettivo e finale appeso, che rimanda ad altro. Ma ci facciamo aiutare dallo stesso autore e da come si è raccontato in un’intervista al canale youTube ESSE MAGAZINE.

“NEMESI è il penultimo pezzo e per me chiude il disco, per me il disco finisce a NEMESI, e non solo chiude il disco, chiude i due dischi [riferendosi anche a Persona, ndr.]. Nelle interviste scorse dicevo: “Fabio ha ucciso Marracash”, in NEMESI Marracash uccide Fabio. Perché a un certo punto io non ne potevo più, cioè questo scavare dentro di me per scrivere il disco è stato veramente faticoso, estenuante. A un certo punto ero talmente emotivo che non ne potevo più di ‘sta roba, cioè volevo tornare a essere cinico, volevo riuscire a prendere nelle cose con più leggerezza. Quando alla fine grido: “Forse sono libero”, quello è proprio l'ultimo pezzo che ho registrato in assoluto, quindi immaginate io che consegno il giorno della chiusura del disco a mezzanotte, quindi oltre il tempo limite e che grido come ultima cosa: “Forse sono libero”. Quindi per me il disco finisce lì e CLIFFHANGER è un pezzo di Marracash, è come se riiniziasse il ciclo. È come se Marracash riuccide Fabio, si chiude questa cosa e ricomincia un nuovo ciclo in cui Marracash fa uno sfoggio di Marracash. La mia idea era chiudere una cosa e iniziarne un'altra.

Insomma, lavorare su testi e musica, nel linguaggio particolare che è il rap, costa fatica e fa parte di un progetto per chi ci si butta seriamente. Ed anche per noi che approcciamo un mondo, che magari conosciamo poco, occorre un lavoro. Questo lavoro ho cercato di fare io, proponendolo poi a voi lettori, che spero raccogliate la sfida.

Walter Muto


 A cura di:

WALTER MUTO, laureato in Lettere e con i più vari studi musicali alle spalle, decide di dedicarsi prima con grande passione e poi come lavoro alla musica, in particolare a quella leggera. La sua occupazione è fare musica, parlarne e scriverne a 360 gradi.  Oltre ad aver scritto diversi libri e curare una rubrica per il mensile Tracce, collabora da 35 anni agli spettacoli musicali per ragazzi della Sala Fontana di Milano, produce spettacoli insieme a Carlo Pastori e negli ultimi anni si dedica a progetti musicali per il sociale,
con una attività al Carcere di San Vittore ed una in due residenze per disabili psichici. 
Più info su www.waltermuto.it  

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