I Giusti del dialogo: le celebrazioni del 2017
In un tempo come il nostro in cui la violenza si impone con i suoi volti diversi sulla pagine dei giornali, a comportamenti di solidarietà e accoglienza si contrappongono steccati e chiusure di confini, il terrorismo colpisce e la ferocia degli omicidi si scaglia contro il valore della persona e della vita, si assiste a testimonianze e racconti di sacrificio per l’altro uomo che colpiscono e ridanno speranza,, segnano la strada della libertà e della pace.
L’Associazione Gariwo la Foresta dei Giusti, è stata fondata nel 1999 per celebrare e diffondere la memoria di Giusti che nella storia passata e presente hanno difeso anche a rischio della loro vita, popoli perseguitati e uomini innocenti, vittime di regimi totalitari, di gruppi terroristici, di odi razziali e fanatismi religiosi.
Nelle giornate del 6, 14 e 15 marzo di quest’anno a Milano, Gariwo ha indetto una serie di eventi promossi per il riconoscimento di cinque nuovi Giusti.
All’interno di un percorso articolato l’Associazione Gariwo a Milano, in occasione della Giornata della Memoria, ha promosso tre incontri che hanno celebrato i Nuovi Giusti.
Per il 2017 il tema scelto è stato: “I Giusti del dialogo : l’incontro delle diversità per superare l’odio”.
Dopo le celebrazioni del 6 marzo, Giornata Europea dei Giusti istituita nel 2012 dal Parlamento Europeo, il successivo 14, a Palazzo Marino, sono state presentate le persone onorate quest’anno da Lamberto Bertolé del Consiglio Comunale di Milano, Giorgio Mortara, Vice Presidente di UCEI e Gabriele Nissim, Presidente di Gariwo.
Il primo Giusto ad essere presentato attraverso le parole di Riccardo Noury, è stato Raif Badawi, blogger saudita incarcerato nel suo Paese nel 2012. Accusato di apostasia è stato condannato a 10 anni di prigione e frustato davanti alla folla per aver postato su un blog parole in difesa del valore della libertà e della democrazia. Lassana Bathily è un giovane musulmano di 24 anni originario del Mali. Egli ha rievocato con parole commosse l’attacco di terroristi islamici del 9 gennaio 2015 a Parigi, quando nel Supermercato ebraico Cacher ha protetto e salvato i clienti ebrei del suo negozio tra i quali un bambino dalla furia omicida degli assaltatori. Uscito dalla cella frigorifera dove si erano tutti nascosti, ha raggiunto e avvisato le forze di polizia perché intervenissero. Da allora è diventato un testimone della lotta al fondamentalismo affermando che i musulmani sono le prime vittime del fanatismo. Etty Hillesum, ebrea olandese, deportata ed eliminata dai nazisti in campo di sterminio, è stata ricordata con brani dei suoi scritti, letti a due voci. L’odio del quale rimase vittima e come lei milioni di persone, era bandito dal suo cuore nessuno, affermava, aveva il diritto di condannare il popolo tedesco. Grazie alla ricchezza del suo mondo interiore, Etty rispondeva all’odio con un sentimento diverso con cui poter infrangere la spirale del male. Scriveva: “cerco di comprendere i delitti più gravi, cerco ogni volta di rintracciare il nudo, piccolo essere che spesso è diventato irriconoscibile in mezzo alle rovine delle sue azioni insensate”. Pinar Selek sociologa, attivista turca per i diritti umani, difensore dei diritti dei Curdi e degli Armeni, è stata perseguitata, imprigionata e torturata in patria e oggi testimonia nel mondo che l’opposizione alla violenza e alla sopraffazione, chiede la resistenza contro la grave disinformazione attuata del governo turco in merito al genocidio armeno e al nazionalismo turco. Hamadi Ben Abdesslem è una guida tunisina che durante l’attacco al museo del Bardo del 18 marzo 2015, ha salvato una trentina di turisti italiani. Egli ha affermato con forza di aderire con convinzione alle iniziative di Gariwo, per comprendere sempre meglio” le ragioni dell’oscurità “ e i motivi per cui si scatena la intolleranza e l’odio. In tal senso già nel 2016 aveva dichiarato: “Per questo motivo, io, Hamadi, mi accingo a vivere quest’esperienza piena di umanità con Gariwo, per comprendere e se
possibile risolvere, i motivi per cui si scatena questo fenomeno. Ciascuno nelle proprie possibilità, nella propria moschea, nella propria chiesa, nella propria sinagoga farà il discorso che si deve fare affinché noi, fratelli e sorelle su questa terra, possiamo vivere sulla base di questo messaggio in pace e con amore”. La mattina del 15 marzo si è tenuta la cerimonia per i cinque nuovi Giusti nel Giardino del Monte Stella. A noi tutti sta ascoltare e seguire la strada indicata da questi Giusti.

Milano, 20 marzo 2017 Donata Conci, collaboratrice di DIESSE Lombardia.

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